La Crocifissione di san Pietro di Guido Reni: stile, iconografia e fortuna

Autori

  • Stefano Pierguidi Sapienza Università di Roma

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2240-7251/16019

Parole chiave:

Guido Reni, Caravaggio, Orazio Gentileschi, Guercino, Mattia Preti

Abstract

La Crocifissione di san Pietro, commissionata da Pietro Aldobrandini per la chiesa dedicata a San Paolo nell’abbazia delle Tre Fontane (e oggi in Pinacoteca Vaticana), fu l’opera con la quale Guido Reni si impose definitivamente a Roma. Il confronto con Caravaggio fu immediatamente evidente al pubblico romano, ovvero ad una cerchia più ampia rispetto a quella dei soli intendenti, non solo per l’inequivocabile virata stilistica del bolognese, ma anche e soprattutto perché il soggetto era lo stesso di una delle opere pubbliche romane più recenti e problematiche del rivoluzionario lombardo, la Crocifissione di san Pietro di Santa Maria del Popolo; si trattava, inoltre, di un soggetto che era da tempo discusso, e lo sarebbe sempre rimasto, da un punto di vista iconografico. Guido si trovò cioè di fronte ad un compito molto stimolante, e la risposta dei suoi contemporanei, da Ribera al Guercino, fino a Mattia Preti, dimostra come il dipinto venisse da subito giudicato un’opera capitale, il manifesto di un’arte che tentava di conciliare il naturalismo con istanze del tutto diverse, recuperando anche soluzioni della pittura del tardo manierismo romano.

Downloads

Pubblicato

2023-01-18

Come citare

Pierguidi, S. (2022). La Crocifissione di san Pietro di Guido Reni: stile, iconografia e fortuna. INTRECCI d’arte, 11(11), 53–75. https://doi.org/10.6092/issn.2240-7251/16019

Fascicolo

Sezione

Articoli