Intorno ad Antonio Rimpatta: un rebus di primo Cinquecento
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2240-7251/2651Parole chiave:
Antonio Rimpatta, Bologna, XVI secolo, Frate Antonio, Maestro della Sacra conversazione SetmaniAbstract
L’attività di Antonio Rimpatta, pittore bolognese attivo ad inizio ‘500, è stata ricostruita negli ultimi 60 anni secondo ipotesi differenti. Il corpus di dipinti riunito da Zeri è stato in alcuni casi integrato da quelli già attribuiti all’anonimo Maestro della Sacra conversazione Setmani, mentre altre volte l’accorpamento è avvenuto con il frate Antonio da Bologna già menzionato da Vasari. Gli studi più recenti tendono a unificare i tre gruppi sotto il nome di Rimpatta, ma questa soluzione sembra ignorare alcuni problemi significativi.
In questo contributo vengono rilette alcune principali opere del presunto catalogo di Rimpatta, evidenziando gli scarti troppo evidenti, soprattutto a livello di cultura figurativa. Si conferma la coincidenza Rimpatta/frate Antonio da Bologna: essa è caratterizzata da un linguaggio principalmente peruginesco e centro-italiano, con alcuni rimandi a Boltraffio (come dimostra il San Sebastiano nella Walters Art Gallery di Baltimore). Si vuole invece tenere separato l’autore del gruppo Setmani. Questo maestro si rivela assai più rilevante, in grado di realizzare capolavori aggiornati sulla più moderna pittura nata tra Milano e Venezia a cavallo tra XV e XVI secolo.
L’evidente rapporto tra Rimpatta e il Maestro Setmani potrebbe allora spiegarsi non con la loro coincidenza, ma con una collaborazione tra i due pittori; tale incontro potrebbe immaginarsi a Bologna verso il 1500, subito dopo la nascita di opere come la pala Casio di Boltraffio o la pala Scarani del Perugino.
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