Rivelazioni dell’immagine nell’arte bolognese degli anni Settanta

Autori

  • Pasquale Fameli

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2240-7251/7659

Parole chiave:

Arte concettuale, Iperrealismo, Fotografia, Rivelazione

Abstract

L’alternativa tra opera e comportamento, posta come questione critica da Francesco Arcangeli alla Biennale di Venezia del 1972, costituisce un binario importante, su cui corre ancora oggi la ricerca artistica contemporanea; tra le due linee non sono però mancate influenze, convergenze e momenti di scambio. Nella Bologna degli anni Settanta, che aveva già potuto saggiare tale polarità con la mostra Gennaio 70 tenutasi al Museo Civico alla soglia del decennio, artisti molto diversi tra loro come Anna Valeria Borsari, Maurizio Osti, Piero Copertini e Piero Manai hanno condiviso un utilizzo ‘rivelativo’ della fotografia declinandola ora come traccia di ‘comportamento’ ora come elemento di ‘opera’. Nel saggio si esaminano dunque le poetiche dei quattro artisti e alcune tra le più interessanti soluzioni da loro messe a punto negli anni Settanta, nel tentativo di comprendere le ragioni che le hanno generate.

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Pubblicato

2017-12-28

Come citare

Fameli, P. (2017). Rivelazioni dell’immagine nell’arte bolognese degli anni Settanta. INTRECCI d’arte, 6(6). https://doi.org/10.6092/issn.2240-7251/7659

Fascicolo

Sezione

Articoli