La fotografia tra Arte e Scienza sociale. Arturo Ghergo, Bob Richardson, Bettina Rheims
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2240-7251/5604Parole chiave:
Fotografia, Arturo Ghergo, Bob Richardson, Bettina Rheims, Enrico Meduni, Gillo DorflesAbstract
Che funzione ha la fotografia nella cultura visiva contemporanea?Nella sempre crescente interferenza tra arte e società, il mezzo fotografico ha assunto, come è evidente, un ruolo di primo piano in quello che Enrico Menduni definisce il processo di “spettacolarizzazione dell’immagine”, soprattutto se la si considera nella sua stretta relazione con il settore della pubblicità. Non si può, tuttavia, ignorare che, essendo strettamente vincolata alle funzioni cui è preposta, la fotografia è anche una pratica sociale.
Queste considerazioni hanno un riscontro concreto nel panorama artistico contemporaneo. Arturo Ghergo (1901-1959), Bob Richardson (1928-2005) e Bettina Rheims (1952) sono artisti con poetiche molto diverse tra loro che pur realizzando fotografie su commissione (per il cinema, la pubblicità, la moda e le riviste) hanno raccontato attraverso le immagini la propria epoca (e gli aspetti della realtà che l’hanno caratterizzata) raggiungendo risultati di altissima e riconosciuta valenza estetica e artistica. Si tratta solo di tre dei numerosi fotografi che ci pongono di fronte alla condizione ibrida della fotografia come “medium [...] legato indissolubilmente ai due aspetti: quello estetico e quello sociologico” (Dorfles, 2012).
I dibattiti sul confine tra fotografia-mestiere e fotografia-arte, che per lungo tempo hanno segnato e limitato il destino di molti fotografi, oggi appaiono finalmente anacronistici, ma non del tutto superati. Assistiamo sempre più spesso ad una dissoluzione identitaria tra i due ambiti con importanti esempi del profondo collegamento della dicotomia tra arte e aspetti sociali.
Se è vero che l’arte ha sempre raccontato, interpretato e riflettuto sulla realtà di cui è parte, ciò che appare interessante evidenziare è il fatto che l’impatto sull’immaginario collettivo che i nuovi media visivi, fotografia in primis, hanno avuto e continuano ad avere in modo crescente sembra non avere precedenti. L’arte, dunque, non è mai stata così vicina alla vita.
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